La vicenda dei bambini di Villa Azzurra è ancora oggi ricordata con raccapriccio. Di quei fatti si è anche scritto molto in opere di saggistica e di narrazione. Crosignani comunque sottolinea come la vicenda Coda sia stata anche lacerante nell'ambito dei rapporti tra colleghi psichiatri e come le vicende negative del manicomio a Torino, a differenza di altre città d'Italia, dove non vi fu così completa trasparenza, fecero sì che tutto, anche le cose più spiacevoli, venissero alla luce e nulla fosse coperto. Nel frattempo le elezioni politiche del 1970 videro il cambio, se non dei partiti politici al governo della Provincia, almeno di una generazione di amministratori, più aperti e più inclini a creare un psichiatria nuova come i tempi richiedevano. Anche i sindacati ospedalieri, CGIL, CISL e UIL, (questa con una certa ritrosia) nel 1973 spinti dai loro vertici camerali e dai metalmeccanici, con i quali erano fino ad allora in contrasto, accettarono dopo cinque anni di dura opposizione il piano della Provincia e dell’Opera Pia che prevedeva la nuova psichiatria di settore. Crosignani percorre con il racconto i primi tempi di applicazione operativa dell'organizzazione territoriale dei settori che anticiparono di fatto a Torino, rispetto al resto del Paese, lo spirito della legge 180 che entrerà in vigore nel 1978.
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