La sorella e il cognato vivevano a Via Santo Stefano del Cacco e gestivano il chiosco di giornali di piazza del Gesù. Ida badava ai bambini della sorella. Un giorno, andandola a trovare in clinica, conobbe un giovanotto a cui aveva chiesto informazioni per trovare la strada. Il giovanotto il giorno dopo si fece trovare al chiosco dei giornali. E di giorno in giorno finirono per fidanzarsi. Non fu una cosa facile perché lui era già sposato ma alla fine andarono a vivere insieme ed ebbero due figlie. Andava tutto bene quando lui morì in un incidente stradale e Ida, da quel momento, si è rimessa a lavorare: ha fatto sempre le pulizie, sempre in nero.

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A sei anni Ida venne mandata in collegio a Città di Castello insieme alla sorella Ada. Non era male anche perché la guerra ormai era finita. Ma Ida era un vero giamburrasca. Verso i 14 anni scappò dal collegio, salì su un autobus e arrivò a Civitavecchia. La portarono in questura e da lì rintracciarono la sorella maggiore che era già sposata e viveva a Roma e che la venne a prendere. Così Ida venne a vivere con la sorella.

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Il nonno di Ida un giorno stava per essere arrestato dai militari perché gli avevano trovato addosso un coltello: una esagerazione visto che il nonno lavorava i campi ed è normale avere con se un coltello. Ida, che era molto legata a lui, vedendolo fra due militari, è scesa di corsa e si è messa in mezzo. La cosa li ha impietositi e lo hanno lasciato andare. A vivere in montagna coi nonni, visto che c’era la guerra, c’erano anche altri nipoti. Quando c’erano bombardamenti correvano tutti a nascondersi ma erano bambini ed era come un gioco.

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La madre di Ida è morta di parto dandola alla luce. Ida era l’ultima di quattro sorelle. Il padre si è risposato ma Ida con lui ha un pessimo rapporto, tanto da non chiamarlo nemmeno padre. Di fatto ha vissuto prima con i nonni a Città di Castello, poi dagli altri nonni in montagna. In quegli anni ha aiutato nei lavori, giocato nell’aia, salita sugli alberi. E’ rimasta lì’ fino a sei anni.

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